30 novembre 2019

Con Maria e Giuseppe in cammino verso il Natale

Meditazione d'avvento per le famiglie

Avvento ed attesa richiamano subito alla mente il mistero del Natale ed il miracolo della vita: il Dio che si incarna in una famiglia umana. Don Mimmo Alò, direttore dell’Ufficio di pastorale familiare della diocesi, sabato sera nella basilica cattedrale di San Cattedrale, ha offerto interessanti spunti di riflessione prendendo spunto dal brano del Vangelo di Matteo in cui è narrato l’annuncio a Giuseppe.
L’attesa può essere paragonata a quella di una coppia che ha vissuto o vive l’arrivo di un bambino: una attesa non disimpegnata, di un evento che accade indipendentemente da noi, ma carica di amore, come quello di una mamma per la creatura che porta nel grembo. Una coppia che sa di essere in attesa di un bambino sogna l’incontro con quella creatura, per abbracciarla e stringerla tra le braccia. Per il cristiano, che sogna e desidera ardentemente l’incontro con il Signore Gesù, questo desiderio gioioso deve diventare architrave della vita, prima fonte motivazionale.

Dio manifesta il suo disegno d’amore per l’umanità attraverso una famiglia, quella di Maria e di Giuseppe: viene a visitarci diventando membro, figlio di una famiglia umana. Vivendo pienamente la nostra esperienza di figli impariamo a riscoprirci figli di Dio e a chiamarlo Padre: la famiglia ha il compito di diventare icona vivente dell’amore di Dio, segno dell’amore di Dio per tutti gli uomini.

Uomo e donna sono chiamati a vivere la loro sponsalità, maternità e paternità non sentendosi “padroni” della vita di un altro essere umano, ma diventando “servitori del progetto di Dio” rispetto all’esistenza di un’altra persona, così come fecero Giuseppe e Maria: significa essere angelo custode dell’altro, accompagnando la persona amata all’incontro con il Gesù, sposo della nostra umanità. La genitorialità consapevole si esplica aiutando i figli a discernere su quale sia il sogno pensato da Dio per loro, attraverso un amore che non pretende di possedere la vita dell’altro, ma che nasce da un cuore libero capace di lasciarsi sorprendere dai disegni del Creatore. E dalla disponibilità di Maria e Giuseppe il Signore ha cambiato la storia.

Giuseppe esegue esattamente quello che gli viene chiesto: è l’uomo del silenzio, che non è indice di debolezza, ma di una vita umana e spirituale ricchissima, di totale fedeltà al Signore. Nel nostro quotidiano fatichiamo ad ascoltare la voce di Dio: Giuseppe ci invita a riscoprire l’arte del silenzio nel quale possiamo maturare scelte sagge.