14 febbraio 2020

«Il mio amato è mio e io sono sua» (Ct 2,16)

La festa dei fidanzati con l’Arcivescovo la sera del 14 febbraio

Un momento bello e partecipato, quello che è stato vissuto la sera del 14 febbraio, giorno tradizionalmente dedicato agli innamorati, presso il Santuario della Madonna della Salute in Città Vecchia, dove l’Arcivescovo, Mons. Filippo Santoro, ha celebrato l’Eucaristia e benedetto le coppie di fidanzati presenti, provenienti da diverse parrocchie della città di Taranto e di altri comuni dell’Arcidiocesi. Quest’appuntamento, organizzato per il secondo anno consecutivo dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare, si è svolto in concomitanza con l’inizio del triduo votivo in onore dell’Immacolata, Patrona principale di Taranto, a cui si attribuisce la potente intercessione che risparmiò il capoluogo jonico dal terremoto del 20 febbraio 1743.

È stato bello leggere negli occhi di tanti giovani lo stupore e la commozione per le parole paterne di incoraggiamento che hanno ricevuto dal loro pastore, ma anche per il senso di accoglienza che hanno sperimentato nell’intera comunità diocesana, che come madre premurosa si è stretta attorno a loro. Non sono poi mancati coloro che esattamente un anno fa avevano partecipato a questo evento da fidanzati e che questa volta sono ritornati come sposi novelli per rinnovare il loro sì al Signore.

Nella sua omelia l’Arcivescovo si è ispirato al Cantico dei Cantici, il libro biblico per eccellenza dedicato all’amore, in cui il tema della relazione uomo-donna costituisce lo spunto per rileggere anche il tema della relazione uomo-Dio. L’amore tra l’uomo e la donna e tra l’uomo e Dio non solo non si escludono ma ricevono luce l’uno dall’altro. Infatti, è proprio l’amore di Dio e per Dio – come ha sottolineato l’Arcivescovo – che sostiene il desiderio di amore fedele e duraturo per un’altra persona. L’Arcivescovo ha poi commentato la pagina evangelica delle nozze di Cana, che descrive bene l’esperienza di tante coppie di fidanzati e di sposi: spesso il vino buono della gioia sembra che venga a mancare, ma la preghiera di Maria e la presenza del Signore cambiano tutto. Il segno dell’acqua trasformata in vino è la testimonianza di come il Signore sia capace di trasfigurare i nostri rapporti umani, spesso annacquati dalla superficialità e dall’egoismo, con la forza del suo amore misericordioso.

Come ricordo di questo momento di festa, a conclusione dell’Eucaristia ad ogni coppia è stato donato un cuscino per gli anelli che saranno benedetti nel giorno del matrimonio. Attraverso questo segno concreto si è voluto esprimere la vicinanza e l’affetto della Chiesa diocesana, unita al suo pastore, verso quanti nei prossimi mesi coroneranno il loro sogno d’amore. Anche se viviamo in un tempo in cui ci si sposa di meno, è ancora forte nel cuore dei giovani il desiderio di famiglia. La Chiesa riconosce in questi giovani un segno di speranza e li accompagna perché possano pienamente realizzare il progetto di vita matrimoniale che Dio ha pensato per loro.

Come ha sottolineato anche il vicario generale, Mons. Alessandro Greco, nel suo ringraziamento finale, l’appuntamento del 14 febbraio rappresenta un vero e proprio momento di evangelizzazione. Questo ci fa essere in sintonia con il cammino che anche papa Francesco ci chiede di percorrere, quando insiste sulla necessità di ritornare al kerigma, cioè all’annuncio fondamentale della nostra fede, che si compone tre verità: Dio ti ama, Cristo ti salva, Cristo vive. Aiutare i fidanzati a crescere nella fede e prepararli al matrimonio significa soprattutto far risuonare in essi questa lieta notizia: che il Signore ti ama sempre, qualunque cosa accada, che ha dato la sua vita per te e che vive in te per mezzo del suo Spirito. È lo Spirito Santo, lo Spirito del Risorto, che fa ardere il nostro cuore e lo rende capace di un amore vero. Festeggiare San Valentino è allora un’occasione per tornare ad innamorarci di Dio. «Come dice una bella poesia: innamorati! (o lasciati innamorare), perché “niente può essere più importante che incontrare Dio. Vale a dire, innamorarsi di Lui in una maniera definitiva e assoluta. Ciò di cui tu ti innamori cattura la tua immaginazione e finisce per lasciare la sua orma su tutto quanto. Sarà quello che decide che cosa ti farà alzare dal letto la mattina, cosa farai nei tuoi tramonti, come trascorrerai i tuoi fine settimana, quello che leggi, quello che sai, quello che ti spezza il cuore e quello che ti travolge di gioia e gratitudine. Innamorati! Rimani nell’amore! Tutto sarà diverso”. Questo amore di Dio, che prende con passione tutta la vita, è possibile grazie allo Spirito Santo, perché “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”» (Papa Francesco, Christus vivit, 132).