Esortazione Apostolica Christus vivit: «I giovani sognano una famiglia»

Papa Francesco incoraggia i giovani a scommettere sul matrimonio e la famiglia

«I giovani sentono fortemente la chiamata all’amore e sognano di incontrare la persona giusta con cui formare una famiglia e costruire una vita insieme» (259). Questo è quanto ha affermato papa Francesco nella recente Esortazione Apostolica Christus vivit, firmata nella Santa Casa a Loreto lo scorso 25 marzo. Nel capitolo VIII, dedicato al tema della vocazione, il Santo Padre ricorda che il nucleo familiare costituisce un importante punto di riferimento per i giovani, pur non nascondendo le problematiche che la famiglia sta attraversando nella società odierna. Infatti, «l’aumento di separazioni, divorzi, seconde unioni e famiglie monoparentali può causare nei giovani grandi sofferenze e crisi d’identità. Talora devono farsi carico di responsabilità che non sono proporzionate alla loro età e li costringono a divenire adulti prima del tempo» (262). Un ruolo particolare lo rivestono i nonni, i quali, «offrono spesso un contributo decisivo nell’affetto e nell’educazione religiosa: con la loro saggezza sono un anello decisivo nel rapporto tra le generazioni» (262). Nonostante le tante sfide del nostro tempo, il papa incoraggia i giovani a scommettere ancora sulla famiglia: «Non lasciate che vi rubino la possibilità di amare sul serio. Non fatevi ingannare da coloro che propongono una vita di sregolatezza individualistica che finisce per portare all’isolamento e alla peggiore solitudine. Oggi regna una cultura del provvisorio che è un’illusione. Credere che nulla può essere definitivo è un inganno e una menzogna. Molte volte “c’è chi dice che oggi il matrimonio è ‘fuori moda’. […] Nella cultura del provvisorio, del relativo, molti predicano che l’importante è ‘godere’ il momento, che non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte definitive. […] Io, invece, vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provvisorio, che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, crede che voi non siate capaci di amare veramente”. Io invece ho fiducia in voi, per questo vi incoraggio a scegliere il matrimonio» (263-264).